mercoledì 30 maggio 2018

Il Maestro interiore

Questo secondo brano che chiude il maestro chiarisce il ruolo limitato ma importante del linguaggio rispetto alla conoscenza della verità.

Quando Agostino dice che non bisogna chiamare nessuno maestro sulla terra, perché il vero maestro sulla terra, perché il vero maestro è  nei cieli, fa riferimento all'affermazione di Gesù contenuta ne Vangelo di Matteo.

Adeodato ringrazia il padre per il discorso che gli ha tenuto: viene riconosciuta, in conclusione, l'importanza del linguaggio, che non ci consegna la verità, ma ci spinge e ci incoraggia verso di essa.

Dalla regola: l'importanza della lettura

In questo brano, vengono dettate le modalità con le quali deve avvenire la lettura che accompagna il pasto comune: mentre gli altri consumano il cibo del corpo, un confratello, secondo turni settimanali, deve fornire cibo all'anima.


  • A tutti i monaci è prescritto solo l'ascolto; ai superiori è riservato commentare eventualmente la lettura.
  • San Benedetto raccomanda un silenzio assoluto durante la consumazione del pasto, perché nulla disturbi l'ascolto e la comprensione del brano che viene letto.
  • Il monaco lettore è costretto al digiuno, cioè a rimandare il pasto e, in segno di umiltà, a consumarlo poi con gli inservienti..

A cosa serve il linguaggio ?

Ne il Maestro, Agostino d'Ippona (354-430) immagina, secondo l'esempio dei dialoghi platonici, di cercare la verità in un dialogo serrato con il figlio Adeodato. Nel passo che apre l'opera si anticipa già la conclusione: il linguaggio non serve a trasmettere la conoscenza, ma a richiamare ala mente ciò che è già depositato nella nostra anima.


Il passaggio "insegnare tramite il richiamo alla memoria" ci ricorda la teoria della reminiscenza di Platone che, però, viene cristianizzato, come si capisce bene della conclusione de Il Maestro, nel quale si parla del "maestro interiore".


Dalla Regola: severità e comprensione nell'educazione

Nelle indicazioni "pedagogiche" della Regola  di Benedetto da Norcia  oscilla tra severità e comprensione: arriva a raccomandare di "battere" i fanciulli che sbagliano, ma raccomanda anche comprensione e discrezione nei confronti di coloro che hanno errato per motivi che risiedono nel profondo della propria coscienza.
  • L'antifona è un breve canto che si esegue ad apertura e a fine di ogni versetto del salmo recitato.
  • Le punizioni verranno commisurate non solo sulla base dei comportamenti e del rispetto mostrato verso la comunità e le sue regole, ma prendendo in considerazione anche la motivazioni delle azioni commesse.

COME EDUCARE I FIGLI

San Giovanni Crisostomo, vescovo di Costantinopoli, ha lasciato queste indicazioni per l'educazione cristiana di figli e figlie da parte del padre e della madre.


I figli devono essere educati nella disciplina e nella ammonizione del Signore. 
Bisogna esercitare l'anima del figlio, se l'anima è buona, gli averi a nulla gli gioveranno; se invece l'anima è bene rettamente formata, la povertà non gli nuocerà. 

Se lo vuoi lasciare ricco, devi insegnarli ad essere buono, in modo che lui sarà in grado di accrescere il patrimonio. Nel caso in cui non facesse guadagni, non si troverà in condizioni peggiori di coloro che hanno gran possessioni.

giovedì 24 maggio 2018

Il Logos Pedagogo

Il Pedagogo guida additando gli esempi positivo; il primo esempio in assoluto è il Cristo stesso.

La distinzione tra Logos pedagogo (che si occupa della morale e dell'attività pratica) e Logos istruttore (che si occupa della verità e della conoscenza teorica) è analoga a quella elaborata dalla pedagogia contemporanea tra ''educazione'' e ''istruzione''.

Solo dopo che le sia stata garantita la salute, l'anima potrà accogliere la verità: è l'impostazione propria della Patristica secondo la quale la fede è preliminare alla conoscenza.

Cristo si è incarnato in un uomo, ma a differenza degli uomini era privo di peccato e non era turbato dalle passioni. 


La sapienza divina


San Paolo dichiara di essere il portavoce di una sapienza divina. Egli parla di una sapienza di Dio avvolta nel mistero e che nessuno ha mai conosciuto. San Paolo sostiene che a lui siano state rivelato attraverso lo Spirito, affinché conoscesse i doni di Dio. 

Secondo San Paolo lo Spirituale giudica tutto e non è giudicato da nessuno. Egli distingue tra l'uomo psichico, che ha una mente concentrata sulle cose terrene, e l'uomo spirituale che è invece aperto alla parola di Dio.


martedì 22 maggio 2018

L'EUROPA E LA CULTURA ARABA

Il mondo musulmano manifesta una grande vitalità culturale.

I dotti musulmani rielaborano le teorie di Platone e Socrate. Scienziati islamici compiono progressi in campi come l'alchimia, la fisica, l'astronomia. Rilevante è il contributo nella matematica: è agli arabi che si deve il sistema numerico oggi utilizzato. Inoltre l'algebra deve il suo nome al titolo di un libro di al-Khuvaritzmi, matematico iraniano, così come il termine algoritmo.

Nella città di Baghdad a Bassora si sviluppa la letteratura araba che ha forti intenti pedagogici.

A originali indiani risale Le Mille e una notte, importante testo letterario.
La letteratura indiana inoltre funge da collegamento tra cultura occidentale orientale.




La scola nell'islam

L'educazione nell'islam si richiama alla Sunna, un testo che riporta le parole e azioni di Maometto. Il credente dell'islam ha il dovere di istruirsi e istruire . L'istruzione si articola in tre livelli:
- ISTRUZIONE PRIMARIA: scuole elementari basate sulla memorizzazione dei versetti del Corano, la conoscenza della lingua araba, grammatica, calcolo e conoscenza delle tradizioni.
- ISTRUZIONE SECONDARIA: si acquisiscono abilità manuali competenze specifiche come letteratura, predicazione, medicina, geometria, commercio, artigianato, ecc.
- ISTRUZIONE SUPERIORE: riservata ai maschi di alti ceti, impartita nelle moschee e poi nella madrasa, cioè un collegio nel quale convivono studenti e insegnanti. Le discipline sono teologia, scienza coranica, filologia, metrica, retorica, logica. E' inoltre necessario conoscere le tradizioni e il calendario liturgico, relativo alle più importanti funzioni religiose. Nel corpus degli studi rientrano anche architettura, calligrafia, matematica e filosofia, storia, politica, etica, musica, medicina,  chimica, astronomia.




L'educazione nell'islam

Il Corano è un codice religioso, giuridico, morale e sociale quindi è anche un codice generale dell'educazione. Le raccomandazioni e i divieti del Corano non sono destinati al bambino immaturo, ma al bambino responsabile o all'adulto responsabile del bambino.

L'islam raccomanda una formazione complessiva dell'essere umano:corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti.

Il bambino impara che esiste una vita dopo la morte e che riceverà un premio o una punizione secondo la condotta tenuta nella Dunyia, ovvero la vita terrena.

L'educazione è dunque contraddistinta da un impronta religiosa.


Maometto e l'Islam

La nascita dell'islam si deve al profeta Maometto, il quale avrebbe ricevuto una rivelazione da Dio (Allah). Il contenuto di questa rivelazione costituisce il Corano
Maometto trasmette 
oralmente il contenuto del Corano, i cui versetti vengono recitati a memoria e poi trascritti su supporti di fortuna (pergamena, legno, osso).
 Il Corano contiene precetti sulla società islamica e fissa gli obblighi fondamentali per un credente mussulmano, i cosiddetti 5 pilastri dell'islam:
- la testimonianza di fede;
- le cinque preghiere quotidiane;
- il pagamento di un imposta coranica;
- il pellegrinaggio al La Mecca;
- il digiuno del mese di Ramadan.


Mondo arabo preislamico e la tradizione orale

La civiltà araba si sviluppò nella penisola ebraica, grazie al profeta Maometto che fondò l'islam. All'interno di questa civiltà le conoscenze e le tradizioni venivano trasmesse oralmente. 
I poemi preislamici avevano un carattere pedagogico, ovvero quello di trasmettere ai ragazzi alcuni valori come l'amore per gli animali, carità, generosità e ospitalità. 
In una raccolta di poesie, viene infatti descritta una cammella come un'animale prezioso.


L'educazione del cavalliere

L'educazione cavalleresca è la prima forma di educazione laica imperniata sull'ideale cavalleresco. Importante, sull'epoca cavalleresca, è il poema della Chanson de Roland.
La formazione dei giovani aristocratici avviene spesso all'interno della famiglia dove imparano a leggere i testi sacri e a scrivere.
Al futuro cavaliere vengono insegnati lealtà e fedeltà. Egli infatti deve imparare a prendersi cura dei deboli e difendere la Chiesa.
Quindi le virtù morali e cristiane, insieme alla cortesia, sono fondamentali per il cavaliere.
Già dal VIII secolo la nomina del cavaliere avviene seguendo una tradizionale procedura: l'investitura, nella quale il neo cavaliere viene battuto sulla spalla con una spada.

La formazione cavalleresca inizia presto:
- a sette anni il ragazzo viene affidato al paggio;
- a quattordici anni viene inviato come scudiero in un castello;
- a ventun anni diventa un cavaliere.


L'INSEGNAMENTO IN OCCIDENTE E IN ORIENTE: SCUOLE EPISCOPALI, PARROCCHIALI, PATRIARCAL

I monasteri si caratterizzavano per i centri di formazione dei futuri monaci, dove i giovani apprendevano la lettura e la scrittura. Gradualmente le scuole monastiche cominciano ad accogliere anche gli allievi che non intendono pronunciare i voti.


Alcuni monasteri continuano però a presentare le scuole per chierici e per laici.
Il Concilio di Toledo del 527 rende ufficiale la nascita delle scuole ecclesiastiche e stabilisce che i futuri sacerdoti, vengano formati da un chierico presso le  case vescovili. Nascono così le scuole episcopali, dove è possibile accogliere anche i laici
Ad affrontare il numero non molto elevato di scuole interviene il concilio di Vaison del 529, che si prepone di stabilire le scuole parrocchiali, per la formazione dei futuri sacerdoti, anche nei centri poco abitati.
Sotto il governo di Giustiniano nel VI secolo, la Chiesa dell'impero d'oriente impone la  religione cristiana nelle scuole e il divieto d'insegnamento per gli ebrei e per i pagani. 


Carlo Magno e la scuola palatina

Carlo Magno diede vita ad un fenomeno chiamato rinascita carolingia.
Secondo Magno era fondamentale che tutti i popoli conquistati fossero accomunati da un'unica lingua, dagli stessi costumi e da un'unica religione, per questa ragione chiede alla chiesa di organizzare un'istruzione anche per gli uomini liberi e non solo per i chierici. Nel 782 egli incaricò Alcuino di York (colto, anglosassone) di insegnare presso la sua corte, ad Aquisgrana la Schola palatina, scuola destinata ai figli della nobiltà laica.

Secondo Alcuino, il programma didattico della scuola era il seguente: 
- Istruzione primaria, insegnamento lettura e scrittura (minima conoscenza latina) introduzione alla comprensione delle Sacre Scritture. 
- Istruzione di un livello superiore; arti del trivio e del quadrivio.  
- Un livello ancora superiore, con lo studio della filosofia e la conoscenza approfondita delle Sacre Scritture

Con l'Esortazione generale, Carlo Magno prevede la fondazione di scuole monastiche e presbiteriali, sia per i chierici che per i laici.
Dopo la morte di Carlo, il nipote Lotario I estese a tutte le scuole urbane il modello degli studi classici della scuola palatina (825.)





Severino Boezio: le arti liberali e la filosofia

Le arti liberali sono al centro delle riflessioni di Severino Boezio che afferma che nella difficile situazione dell'impero sia possibile tramandare e conservare la cultura.

Le arti del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia e musica) colgono alla perfezione il numero dello spazio, dei corpi e del numero ed egli vuole fornire una conoscenza della verità sul mondo da diversi punti di vista.
Boezio rivolge particolare attenzione all'uso del linguaggio, occupandosi della dialettica, studiando le opere di Aristotele e traducendole in latino.
La dialettica si articola in tre fasi, ognuna di esse corrisponde a tre diversi momenti del percorso formativo:
- lo studio della parola, del suono e del significato;
- lo studio del valore logico;
- lo studio della proposizione

Grazie al suo impegno, la retorica assume grande importanza diventando un valore centrale nel curriculum formativo



Benedetto da Norcia e Cassiodoro: il monachesimo occidentale

Dopo l'Editto di Costantino e il successivo Editto di Tessalonica, la Chiesa assume un ruolo fondamentale nella cultura del tempo.
E' la Chiesa che garantisce l'istruzione a partire dal V-VI secolo. Nato in Oriente, il monachesimo inizialmente si esprime come il desiderio di imitare Cristo.

Da fenomeno isolato, il movimento si organizza prima in comunità apertee in seguito in comunità con regole di vita.
Nel VI secolo il movimento si diffonde anche in occidente per l'opera di Benedetto da Norcia, il quale fonda un monastero a Subiaco e  il monastero di Montecassino. Secondo la sua idea il monaco deve dedicare la vita ai lavori manuali ai quali alternano la preghiera e il lavoro intellettuale. 
In tal modo i monaci benedettini contribuiscono alla salvaguardia del patrimonio culturale dell'occidente. Nella Regula Magistri egli chiarisce i principi pedagogici fondamentali per l'educazione nelle scuole monastiche. 
Un altro rappresentante del monachesimo fu Cassiodoro che fondò il monastero del Vivarium in Sicilia, dedito in particolare modo allo studio e alla trascrizione di codici di insegnamento.


Nelle istruzioni delle lettere sacre e profonde, egli divide le sette arti liberali in trivio (ossia la grammatica, la retorica e la dialettica) e drivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia).







domenica 13 maggio 2018

Il Nome della Rosa


Il film “Il Nome della Rosa”, è tratto dall' omonimo libro di Umberto Eco, uno scrittore italiano nato ad Alessandria nel 1932. In questo film si narrano le vicende avvenute in un' abbazia duecentesca francese dove Guglielmo di Baskerville, monaco inquisitore, cerca di trovare la soluzione ad una serie di misteriosi delitti che insanguinavano l' abbazia. Tutto inizia con la morte misteriosa di un monaco, che all' apparenza sembrava fosse un suicidio. 
A Guglielmo, però, non era chiaro qualcosa, quindi iniziò ad indagare. Successivamente avvennero altre morti misteriose, e Guglielmo, messo su una falsa pista dalla frase di un monaco, era convinto che la serie dei delitti seguisse il ritmo delle sette trombe dell' apocalisse e solo con notevole ritardo, scoprì che l' uccisione dei monaci era legata ad un libro, nascosto nella grande biblioteca, le cui pagine contenevano un veleno potentissimo. 




lunedì 7 maggio 2018

Sant'Agostino e il "maestro interiore"

Sant' Agostino ritiene che modelli educativi e culturali classici possano essere pericolosi se utilizzati solo per sè, ma si rivelino utili se inseriti in una prospettiva cristiana. Agostino promuove una collaborazione tra ragione e fede. Nelle confessioni Agostino delinea la sua concezione di un insegnamento fondato sulla curiosità e sull' interesse dell'allievo e non sulla costrizione. Agostino nella sua opera pedagogica più importante affronta le questioni fondamentali del suo pensiero educativo. Il maestro può stimolare l'allievo a ricercare la verità dentro se stesso, consultando il maestro interiore. Per Agostino l'educazione e un processo nel quale l'allievo è attivo protagonista e non passivo ricettore. Agostino nella prima catechesi considera l'amore anima dell'educazione. L'educatore cerca di suscitare l'interesse dell'allievo. Il rapporto tra cultura Pagana e dottrina Cristiana viene così ribadito come il connubio tra la vita intellettuale e la vita spirituale.




Patristica latina: san Gerolamo e sant'ambrogio

Altri autori latini sono san Gerolamo e sant'Ambrogio. San Gerolamo insistette sull'importanza dell'educazione nella prima infanzia, assegnata ai genitori che devono impartire valori morali e religiosi.
In questo ambito si sottolinea il ruolo della madre come educatrice delle figlie femmine che deve indirizzare verso la preghiera e la conservazione della purezza.
Oltre la preghiera, San Gerolamo consiglia anche la penitenza e la mortificazione psicologica e fisica.


Anche sant'Ambrogio contrasta gli aspetti della cultura pagana che possono ostacolare la conquista della vita eterna. Così la fides latina diventa la fede in Cristo e la charitas assume un significato interiore.
Con Sant' Ambrogio il concetto di officium medium viene così ripreso in chiave cristiana, facendo riferimento ai comandamenti divini validi per tutti i fedeli, mentre l'officium perfectum raccoglie i consigli che valgono per i santi.


Minucio Felice e Tertulliano contro la cultura pagana


I Padri latini non erano molto attratti dalla filosofia, nonostante se ne occupassero. La loro formazione era più di carattere giuridico-retorico che filosofico. In altri Padri possiamo trovare prevalentemente intenzioni più strettamente teologico-pastorali o filologico-erudite. 



Il primo scritto apologetico a favore dei cristiani è il dialogo Ottavio di Minucio Felice. Questo scritto ricorda lo stile raffinato di Cicerone. Egli ha lanciato  duri attacchi contro i filosofi greci e riguardo alla possibilità di trovare concordanze tra loro e il cristianesimo.Una posizione estrema e ancora più critica, è quella di Tertulliano, secondo il quale era la fede e non la ragione l'unico mezzo per raggiungere la verità. 


Nell'opera intitolata Apologetico nega ogni possibile somiglianza tra filosofia e cristianesimo.Egli spinge le persone a cercare il signore con semplicità e amore. 













Cristianesimo e filosofia

il cristianesimo dovette affrontare una doppia sfida una portata dalla società e dalle culture pagane contro la nuova fede, l'altra causa delle diverse interpretazioni dello stesso messaggio cristiano. Già dal II secolo d. C. compaiono le prime vere scuole cristiane


Oltre la dottrina Cristiana insegnano anche elementi di filosofia greca. Ad interpretare il messaggio cristiano furono Panteno, Clemente Alessandrino e Origene. 
Vengono insegnate le sette arti liberali: la grammatica, la logica, la retorica, l'aritmetica, la geometria, la musica e l'astronomia. Con il catecumenato di educa al cristianesimo, preparando al battesimo e all'ingresso nella comunità dei credenti. Al sacerdote veniva affidato il compito educativo nella comunità. 


Complessivamente la patristica si impegna in un confronto con le correnti più mature della filosofia greco-romana come il neoplatonismo e lo stoicismo.  


La prima educazione cristiana e l'importanza dei fanciulli

Nei primi secoli l'educazione cristiana era basata sul rapporto personale, era un'educazione informale portata avanti dai Padri apostolici. L'educazione era rivolta a tutti senza differenza di sesso, di appartenenza etnica ecc. Il cristianesimo vuole condurre alla salvezza dell'anima. 


Il messaggio di Cristo è incentrata sull'amore per gli altri. Anche la concezione dell'infanzia muta sensibilmente, nella cultura Pagana non si riscontra una particolare attenzione nei confronti dei bisogni specifici di questa età. Per Cristo invece i fanciulli diventano un esempio da imitare.



Cristianesimo ed educazione: la salvezza dell'anima

Negli ultimi secoli dell'impero romano diventa importante il cristianesimo, infatti diventa la religione ufficiale dell'impero. Man mano che l'impero romano andò incontro allo sfacelo, crebbe l'importanza della Chiesa cristiana. I monasteri sono isole di pace e centri di trascrizione di opere del passato.  


Il cristianesimo manifesta una vocazione pedagogica. Cristo è il maestro e predica la "buona novella". I primi strumenti di educazione cristiana sono i vangeli incentrati sulla figura di Cristo e sul suo esempio. 


Il Cristianesimo prima di sant'Agostino era diverso, infatti Gesù insegnava tramite le parabole.La parabola è un racconto didascalico che ricorre ad esempi concreti. 




Il Maestro interiore

Questo secondo brano che chiude il maestro chiarisce il ruolo limitato ma importante del linguaggio rispetto alla conoscenza della verità. ...