domenica 3 dicembre 2017

LA MOTIVAZIONE ESTRINSECA

In ambito scolastico sono entrambe presenti, motivazione intrinseca e motivazione estrinseca. Una motivazione intrinseca garantisce maggiormente il successo scolastico. 

Il ragazzo che studia soprattutto in vista di un buon voto (motivazione estrinseca) e non accresce il proprio sapere (motivazione intrinseca) in mancanza di buoni voti potrebbe rinunciare allo studio. 

Si possono distinguere due obbiettivi: - obbiettivi di padronanza → motivazione intrinseca                                                                                                                               (dimostrare a se stessi)

                                                             - obbiettivi di prestazione → motivazione estrinseca
                                                                                                               (dimostrare agli altri)

Anche lo stato d'animo svolge un ruolo importante. Infatti John W. Atkinsons 


ha notato che una persona che si fida di se stesso tende al successo, una persona che ha paura tende ad evitare il fallimento.
Nel primo caso le persone sono spinte ad affrontare compiti difficili, ma che ritengono fattibili (perché si fidano), nel secondo caso scelgono compiti facili oppure molto difficili per giustificare il fallimento.


LA MOTIVAZIONE INTRINSECA

L'apprendimento è condizionato dalla motivazione che può essere intrinseca o estrinseca.
Le situazioni in cui la motivazione dell'apprendimento è il premio o la ricompensa, si parla di motivazione estrinseca. In altri casi la motivazione è intrinseca ed è costituita dalla curiosità oppure è il piacere che si prova nel fare qualcosa.

Il ruolo della motivazione intrinseca è stato dimostrato da degli esperimenti di Harry Harlow 


su dei macachi. 

I macachi furono sottoposti a giochi di intelligenza. I macachi premiati con dosi di cibo ottenevano risultato inferiore rispetto ai macachi che non ricevevano ricompensa e che giocavano per il puro piacere di farlo.                  
 
                                                                               ↓
L' esperimento dimostra che il rinforzo "uccide" la motivazione intrinseca, basata sull'interesse di sé.


LE ATTRIBUZIONI IN CAPO SCOLASTICO

I ragazzi che sono abituati a contare su se stessi probabilmente sono destinati ad un migliore rendimento scolastico. Questo è ciò che gli studiosi chiamano self-serving bias, cioè inclinazione verso se stessi. Non sempre l'attribuzione interna comporta fiducia in se stessi. Qualcuno può attribuire alle proprie incapacità l'insuccesso o ritenere di essere privo di attitudine in qualche materia. 
L'influenza che gli insegnanti, tramite il loro giudizio, esercitano sugli studenti è stata dimostrata da  

                              Leonore Jakobson                    e                     Robert Rosenthal

              

con un esperimento.

20 alunni sono stati presentati alle maestre come superdotati, sulla base di un test che aveva precedetemene svolto. In realtà i bambini erano stati scelti a caso. Le maestre convinte di lavorare con bambini eccezionali, hanno ottenuto da loro prestazioni scolastiche elevate. 



TIPI DI ATTRIBUZIONE

A determinare il comportamento non sono solo le nostre motivazioni, ma anche le nostre spiegazioni di quanto accade. Se per esempio abbiamo preparato la cena per tutti, ma nessuno ci ringrazia allora incominciamo a farci qualche domanda del tipo "la cena non era buono", "avrebbero preferito qualcos'altro"... Queste spiegazioni si chiamano attribuzioni.

Fritz Heider


ha distinto due forme di attribuzione:
↙               ↘
attribuzione interna                       attribuzione esterna

- attribuzione interna → attribuire a se stessi la causa di ciò che avviene può avere valenza negativa ("è mia la colpa") ma può avere anche valenza positiva ("è mio il merito del risultato")

- attribuzione esterna → attribuire a motivi indipendenti dalla nostra azione ciò che accade ("sono sempre sfortunato")

Bernard Weiner


ha individuati tre aspetti fondamentali del processo di attribuzione
                            ↙         ↓        ↘
                                             internalità           stabilità          controllabilità 

- l' internalità → riguarda la collocazione della causa di un certo fenomeno: interna o esterna al                                        soggetto

- la stabilità → è il carattere costante o mutevole della causa

- la controllabilità → è la possibilità o meno del soggetto di controllare la causa










LA MOTIVAZIONE AD AGIRE

La psicologia raggruppa i termini volontà, desiderio, passione, interesse... in un unico concetto quello di motivazione. Le motivazione dell'agire non sono tutte uguali. Alcuni fattori possono essere:
- soggettivi (come gli istinti e i bisogni)
- oggettivi (magari perché sono imposti dall'ambiente fisico o perché sono imposti dalla società).

Abram Maslow ha interpretato i fattori motivazionali come bisogni dell'individuo che classifica in una piramide: 

I vari fattori innescano un processo di attivazione, infatti l'individuo percepisce stimoli interni e esterni, li valuta, stabilisce cosa deve fare quali obbiettivi vuole raggiungere e prende una decisione. 
Julius Kuhl ha distinto due tipi di motivazione:
- una centrata sull'azione (chi realizza con decisione i propri propositi)
- una centrata sulla situazione (chi non riesce a passare all'azione)
 

Il Maestro interiore

Questo secondo brano che chiude il maestro chiarisce il ruolo limitato ma importante del linguaggio rispetto alla conoscenza della verità. ...